Veline in prova e nessuna novità: la venticinquesima edizione di Striscia la notizia. Cioè, questa.

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In tempo di crisi anche le veline sono precarie. Le neo prescelte Alessia Reato, la bruna, e Giulia Calcaterra, la bionda, sono in prova: «la chiamiamo “strategia del panettone”, restano in carica fino a Natale, poi valuteremo », spiega il patron di “Striscia la notizia” Antonio Ricci.

Ma la grande novità di quest’anno è che non ci sono novità. Da lunedì 24 settembre l’irriverente tg satirico del biscione se ne torna puntuale all’ora di cena sul piccolo schermo. A condurre saranno ancora la smagliante Michelle Hunziker, che sfoggia all’anulare sinistro un brillante altrettanto smagliante, supposto omaggio del fidanzato Tommaso Trussardi e Ezio Greggio, storico mattatore della satira Mediaset. Inviati e rubriche sono gli stessi.

Le uniche new entry saranno: il sottotitolo della trasmissione che diventa “la voce dell’insolvenza”, un inviato calabrese ad hoc che curerà la situazione della regione, rimasta fin’ora scoperta e, dulcis in fundo, l’obiettivo più ambizioso di questa nuova strisciante stagione: «risolvere i problemi, oltre che denunciarli per cercare di evitare che quest’Italia che io amo diventi sempre peggio», afferma Ricci.

Intanto, in attesa del via, il dissacrante chiacchiericcio sulle neo elette veline corre veloce di bocca in bocca. E di tweet in tweet. Commenti per lo più sfavorevoli non lesinano critiche alle prescelte vallette in prova. Ma a chi le svilisce o si interroga sul senso che queste possano avere ancora, in un momento storico in cui a Miss Italia fanno indossare mutandoni, ci pensa ancora una volta il padrone di casa: «chi valuta che mettere i mutandoni sia segno di nobiltà, consulti la casa reale. La velina è un mito: il mito della bellezza danzante. Incarna la voglia di ballare, del bello e della vita».

Polemiche a parte, per quanto riguarda la politica, o meglio il suo lato comico, non mancheranno certo le imitazioni dei personaggi illustri che popolano la confusa scena pre elettorale. Per esempio Ballantini promette un Matteo Renzi, ormai trasversalmente gettonato dalla satira di tutte le reti, sensazionale.

D’altronde «la politica è una cosa che si deve fare», spiega Antonio Ricci. «Ci sono momenti più facili per questo tipo di satira e altri più difficili: quando c’era Andreotti al potere era più difficile, ad esempio, ma con Berlusconi era una pacchia». «Ormai i politici sono rissosi personaggi da Grande fratello. Anche se i ministri del governo Monti da questo punto di vista non sono molto appetibili perché non si sono mai trasformati in personaggi televisivi».

E poi, schietto come il suo programma, si concentra su Beppe Grillo: «ci piace seguire la sua avventura. Su di lui si sono scatenati in tantissimi, ma tutto sta nel vedere cosa c’è dietro a Grillo, cioè il grande vecchio Carlin Petrini (fondatore del movimento culturale “Slow food”, ndr). Casaleggio è solo un formaggio, un presidio slow food imposto». E scherza: «Grillo mi ha già offerto un posto come Ministro, a me piacerebbe occuparmi delle pari opportunità. Ho dormito più io con Grillo che altri con Berlusconi».

Ad allietare il nostro inverno ci saranno inoltre, come nella migliore tradizione, attapirati e tapiri anche se, scherza il padrone di casa: «una volta erano d’oro, mentre ora, per via dei tagli, saranno solo dipinti d’oro».

Tutto sommato si preannuncia un autunno caldo e, certamente, Striscia la notizia, giunto alla sua venticinquesima edizione, non risparmierà nessuno.

«Ci divertiremo tantissimo quest’anno… Gli avvocati ci sono», conclude Ezio Greggio.

 

Da Libero del 22 settembre 2012


La mia intervista (per Libero) a Malika Ayane. E il suo nuovo disco: “Ricreazione”

Ha un’aria da rockstar. Però dolce. Malika Ayane, che si pronuncia con la “e” muta come Zidane, deve ancora compiere 29 anni ma è già mamma, moglie, un pochino attrice e soprattutto cantante. Di successo. Ha all’attivo due dischi. Il terzo è uscito ieri. Si chiama “Ricreazione” ed è il primo lavoro di cui è anche produttrice: «Ho fatto tutto. La regia è mia», spiega.

Dal vivo è più bella e indossa i suoi 28 anni con una disinvoltura da proscenio che potrebbe ingannare. Anche se non nasconde: «sono un po’ spaventata. Una cosa tipo angoscia da esami».

Ansia da prestazione?

«C’è una bellissima intervista di Francoise Sagan a Yves Saint Lauren in cui dice che ogni volta che fai una collezione, questa subito dopo muore. E chiunque può distruggere o consacrare il lavoro di un anno. Questa è la mia ansia».

Mi racconta il suo nuovo disco in una parola?

«È una parabola. L’idea è raccontare le diverse fasi di un amore. Senza voler dare spiegazioni che non siano state date prima sull’argomento: non si può far altro che arrendersi alla passione e, monologo dopo monologo, si arriva a “Occasionale” che è l’opposto di “Grovigli” (primo brano dell’album, ndr). Da una parte ci si arrende alla passione, dall’altra si cerca di preservare quella originale senza farsi travolgere da distruzioni».

 

Il mercato della musica è in crisi: quasi nessuno compra più i dischi. È preoccupata? Qual’è una possibile soluzione?

«Non credo che il mercato della musica sia morto, ma che si stia riformando: non dobbiamo più aspettarci dalle vendite i numeri degli anni ’80. Io sono arrivata che la festa era finita. Per cui subisco meno il continuo calo di vendite, visto che ho dei numeri soddisfacenti ma non esagerati, rispetto a Madonna, per dire».

Perché la gente dovrebbe ascoltare e comprare “Ricreazione”?

«Prima di tutto perché è un disco fatto con la voglia di fare un disco. Non potrà piacere a tutti, ma tra dieci anni avrà suoni che non sono caratteristici solo di quest’epoca. “Ricreazione” può essere completamente attuale, o completamente anacronistico. Ma non lo collochi in un anno preciso di produzione. Per questo è forte».

Per la prima volta è produttrice dell’intero lavoro…

«Si, è stato faticoso, ma appagante. Piangi, soffri: quando torni a casa devi riascoltare quello che hai fatto e, come ogni impresa, non riesce mai come ti aspetteresti. Ma, con tutte le ingenuità che ci possono essere in un lavoro autoprodotto, la linea che volevo dare al disco sono riuscita a mantenerla».

Ma Caterina Caselli le ha detto: Malika fai quello che vuoi?

«Era arrivato il momento di cambiare produttore e ho iniziato a cercare. Poi ho pensato che volevo provarci da sola. Ci siamo presi un 50 per cento di responsabilità a testa. Se fallirò almeno lo so, sennò non lo saprò mai».

Nell’album c’è un brano, “Glamour”, scritto e musicato da Paolo Conte, in cui compare l’elettronica. Che ormai è entrata prepotentemente anche nel pop. Non rischia di togliere romanticismo alla musica?

«In questo disco ho usato le cose che conosco: gli strumenti. Non conoscendo l’elettronica non sarei stata in grado di usarla.

Ma se usata con competenza è bellissima. Non penso tolga romanticismo. Anche se si tende a usare sempre lo stesso campione di suoni. Con il rischio che in un anno senti cento dischi tutti con lo stesso sound o lo stesso ritmo. Per cui alla fine può diventare obsoleta molto prima paradossalmente».

Il primo brano di “Ricreazione”, “Grovigli” è scritto e composto da te. Parla di quanto l’amore possa farci “a pezzi”. Hai sofferto molto per amore?

«Per farci a pezzi considero anche l’accezione positiva che la cosa può avere. Anche quando sei innamorato, felice, sei emotivamente distrutto, frullato. Poi in quanto cantante italiana e femmina penso che la passione sia il motore di tutto».

 

A proposito di amore, una volta per tutte: perché lei e Cremonini vi siete lasciati?

«Succede…».

Punto?

«Punto».

In “Tre cose” canta: “Decidi a capire che non mi servono fiori”. Cosa le serve?

Scoppia a ridere: «Opere di bene. Mi spiego: c’è un tempo per la superficialità e poi bisogna sapere andare oltre. Dopo di che io adoro i fiori».

Non l’avrei detto: il suo bouquet di nozze era fatto di piante grasse…

«L’idea del bouquet non mi entusiasmava. O qualcosa di diverso, o niente».

 

Tornando alle cose serie: lei ha seguito un percorso accademico, il Conservatorio, poi la Scala. Cosa pensa degli artisti che escono dai talent?

«Non ho nulla contro il talent. È l’uso che ne viene fatto che è sbagliato. Siamo abituati a pensare che essere un cantante voglia dire fare il solista e che la gente ti celebri perché hai cantato una canzone. Per cui dopo aver fatto il talent rischi di venire travolto. Lo stesso pubblico è abituato a percepire l’artista come un prodotto televisivo: ogni anno c’è un concorso canoro che ti fa vedere dei protagonisti, l’anno dopo te ne propone altri. Il pubblico si è abituato a un’affezione da tempistica televisiva».

 

Hai recitato per suo marito, Federico Bruggia, nel suo “Tutti i rumori del mare”. Lasceresti la musica per la recitazione?

«La recitazione è una cosa molto bella, ma per il momento faccio un altro lavoro. Comunque ci sono grandi come Liza Minnelli o Sinatra che hanno sempre mescolato le due carriere. Per cui una non esclude l’altra».

Come riesci, così giovane a fare la cantante, l’attrice e anche la mamma?

«È una cosa di donne. Si impara a ottimizzare il tempo. Come quando vai a scuola, hai dieci materie e devi darle tutte. Contemporaneamente. In certi momenti ti troverai più funzionante su una piuttosto che sull’altra, ma è solo questione di poco tempo. Poi torni a dover essere efficiente in tutto».

Ansia a parte, è felice?

«Sì. Ma il mio motto è: il meglio deve ancora venire».

 


Stagione che va, programma che torna

Le chiamano novità. In realtà il piccolo schermo il suo palinsesto lo cambierà pochino. Rare eccezioni a parte, più che di novità sarebbe meglio parlare di piccoli aggiustamenti.  I personaggi son sempre quelli. La news è che si passano i programmi o cambiano canale.

gli stravolgimenti più grossi sono quelli di Rai1. Antonellina Clerici non rifarà Sanremo, ma si riagguanta “La prova del cuoco” e manda a casa l’impostora Isoardi. Lorella Cuccarini, dopo il successo teatrale di quest’anno, sbarca a “DomenicaIn” e qualcuno bisbiglia che accanto a lei potrebbe comparire  anche Savoia The Prince che ormai ha una vera e propria storia d’amore con mamma Rai. “Ballando con le stelle” potrebbe andare in soffitta, almeno per un anno, ma verrebbe sostituito (pare) da “Mi piace se ti muovi”, versione non vip del programma di Milly Carlucci. Rai3 promette un programma condotto per quattro prime serate dalla coppia Fazio-Savaiano, mentre Rai2 si lancia sulle serie tv: “Lost” e “Ncis”.

A confermare quasi tutti i suoi appuntamenti ci pensa Canale5: “Mattino5”, “Pomeriggio5”, “Domenica5” e ancora “Amici”, “Uomini e donne” e “C’è posta per te” ( cosa farebbero senza la De Filippi?). “Matrix” avrà solo 2 puntate perchè (udite, udite) farà posto a Pierino il malandrino e al suo “Chiambretti Night”. Il “Grande fratello”, nemmeno a dirlo, è confermatissimo.

Nulla di stravolgente nel panorama televisivo post-estivo, quindi. Ci aspetta la salsa al pomodoro di sempre fatta, soprattutto, con gli stessi pelati. Cambiate almeno la marca!


Si chiama Martino Corti l’ultima scommessa di Miss Maionchi

Non lo abbiamo ancora visto sul piccolo schermo, in prima serata e nemmeno in seconda. Le ragazzine non si strappano i capelli se lo incontrano e non ha vinto niente. Quanto meno, non ancora. Ma il suo nuovo cd promette emozioni. Parola di Mara Maionchi.

Martino Corti è il nuovo talento della scuderia di casa, un’altra scommessa della “Signora XFactor”. A 16 anni voleva lasciare gli studi per girare il mondo, ma ha finito il liceo e si è laureato al DAMS di Bologna. Poi ha capito che nella vita voleva cantare. Ha aperto tutti i concerti de “I Nomadi” durante il loro ultimo tour in giro per lo Stivale. Adesso lancia il suo primo disco: “Stare Qui”. Noi lo abbiamo incontrato prima della presentazione a pubblico e stampa, a Milano. Fascinoso, simpatico e un po’ emozionato. Accanto a lui, immancabile, c’era anche Miss Maionchi. Ne abbiamo approfittato per farle qualche domanda.

Signora Maionchi: qual’è il fattore X di Martino?

«Ha una vocalità davvero affascinante e un modo unico di raccontare le cose. È forte perchè le sue canzoni lasciano spazio alla fantasia delle persone, ma soprattutto musicalmente è fuori dalla norma: il suo non è un disco pieno, gli arrangiamenti sono bellissimi perchè sono essenziali. È quasi un disco da camera».

Perchè non lo ha lanciato dal palco di XFactor?

«Innanzitutto perchè il fatto che già lavorassimo insieme sarebbe stato un grosso handicap per lui. Io non avrei potuto omettere una cosa così importante perchè non sarebbe stato onesto. In più Martino non canta il mondo di tutti, è un uomo interiore. Per questo sarebbe stato poco adatto al talent show».

Dia alla gente tre ottimi motivi per comprare il suo cd…

« È bello, unico nel suo genere e ha una vocalità davvero affascinante. Questo nuovo disco può far bene alla salute».

Potrete ascoltare il primo singolo di Martino Corti “Stare Qui” in radio dal 16 aprile. L’album arriverà in tutti i negozi a partire dal 7 maggio.


Papa-razzo sulla Pandolfi

«Venitemi a prendere, credo di avere fatto male a Claudia Pandolfi». «E te credo» gli avrebbero risposto gli operatori del 113 se avessero assistito più che alla scena, alla scenata. Roba da matti: il paparazzo (al secolo Mauro Terranova) si apposta per immortalare l’attrice che fa la spesa, lei se ne accorge e lo affronta. E così ha inzio la singolar tenzone metropolitana. Davanti agli occhi dei passanti i toni si fanno sempre più accesi. La Pandolfi vuole gli scatti che la ritraggono, il fotografo non ci pensa proprio: prima le spruzza in faccia dello spray al peperoncino, poi, non pago, inserisce la prima e parte a razzo, il papa-razzo. La povera Claudia rimane impigliata nella portiera ancora aperta della macchina del fotografo zelante, viene trascinata per qualche metro, fino a perdere l’equilibrio e cadere violentemente a terra. Scene di ordinaria follia, per dirla con un clichè.

Ora, la povera Pandolfi, si trova ricoverata in prognosi riservata all’ Umberto I per «un importante trauma toracico».

Cosa non si fa per portare a casa rullino e pagnotta!


Venite parvulos

Non c’entra con la tv, almeno non direttamente. Ma il tema è di stretta attualità e volevo regalarvi, se non proprio una risata, almeno un sorriso.

Visti i tempi che corrono non sarebbe ora di cambiarla?


I talenti allo sbaraglio di canale 5 battono l’Isola di SuperSimo



Reality contro talent: gli “artisti” di “Italia’s got talent” le hanno date alle avventure della Ventura sull’Isola nycaraguense.

I dati Auditel parlano chiaro e per la seconda volta consacrano il successone del talent di canale 5. Spostare l’Isola di superSimo dal prime time del mercoledì a quello del lunedì non si è rivelata una gran mossa: il talent mediaset ha vinto a furor di popolo e di audience (ha registrato una share media del 24.51%, pari a 5 milioni abbondanti di telespettatori).

Non c’è avVentura che tenga, il popolo ha preferito guardare le performance del popolo: persone comuni che si esibiscono per realizzare il seppur breve sogno di una comparsata televisva, o talenti nascosti che si svelano nella speranza di provare le luci della ribalta. Siano esse ridicole, sorprendenti o tragicomiche le esibizioni della gente fanno sempre successo: velone, becchini rock, truzzi e fachiri, una vera e propria corte dei miracoli illuminata dai riflettori di Canale 5. Se in più a giudicare le performance ci sono tre giudici amati come Maria De Filippi, Rudy Zerbi e JerryScotti, il gioco è presto fatto.

Non sono valsi a nulla i colpi di scena imbastiti dall’Isola e dai suoi famosi: la doppia eliminazione di Nina Senicar e Dario Nanni, le imprese dell’atleta paraolimpico sud africano Oscar Pistorius, il ricongiungimento in studio tra Federico Mastrostefano e Pamela Compagnucci. A niente.

Mediaset batte Rai, De Filippi batte Ventura. Vedetela un po’ come volete, ma una cosa è certa: l’audience ha premiato e preferito la normalità popolare alla stravaganza vip di un’Isola piena di naufraghi che, in fondo, di vip, non hanno davvero nulla.



Ciao Raimondo

«Se mi guardo indietro non ho pentimenti. Dovessi ricominciare, farei esattamente tutto quello che ho fatto. Tutto. Mi risposerei anche. Con un’altra, naturalmente».

Raimondo Vianello non c’è più.

L’ultimo respiro questa mattina al San Raffaele di Milano.

Non vorrei scrivere le solite frasi di circostanza su quanto fosse bravo, buono e amato. Lo sapete tutti e, si sa, quando qualcuno ci lascia la sfilza di buonismi, ricordi, testimonianze e frasi malinconiche si spreca. Figuriamoci se a lasciarci è uno come lui. Non mi dilungo quindi nel fornire aneddoti biografici che potete tranquillamente trovare su Wikipedia.

Mi limito a dare notizia, nel mio piccolo, della morte di un personaggio storico per il nostro Paese.

Adesso si rincorreranno su giornali, radio e tv specialini e specialoni su Vianello attore, comico, marito. Scopriremo cose che non sapevamo. Quanti di quelli nati negli anni ’80 sanno che aveva aderito alla Repubblica di Salò e che per questo era stato rinchiuso in un campo di concentramento?

Per tanti, sopratutto i più giovani, Raimondo Vianello è quello di Casa Vianello (e Pressing). L’elegante signore alto e biondo che divideva con la moglie Sandra un appartamento borghese in cui tanti si sono ritrovati.  Tutti hanno amato le sue gag coniugali, perchè tutti, in fondo, ci si sono immedesimati almeno una volta. Lui, lei, la tata ingombrante e il portinaio sempre presente. Faceva tenerezza a volte il Signor Raimondo, stretto nella morsa della sua quotidianità normale. Che poi non è altro che la normalità di tutti. Sennò non avrebbe fatto tanto ridere.

I coniugi Sandra e Raimondo hanno fatto storia e hanno fatto scuola: una comicità che non si è mai piegata alla volgarità pregnante dei nostri tempi.  Nessuno dimenticherà le bagarre matrimoniali della coppia. Nessuno dimenticherà l’ultima inquadratura di tutti i fine giornata di Casa Vianello. Quella in cui lui vuole un pò di meritata pace e tenta di leggersi il suo giornale, mentre lei si lamenta di una monotonia che in fondo ama e si addormenta. Scalcia sollevando le coperte che lui deve sistemare, prima di riprendere a leggere il suo giornale. «Che noia che barba, che barba che noia». Ci mancherà.


Ilariona is back

Non è un Paese per mamme. Non fanno quasi tempo a partorire che le neo-mammine tornano subito all’attacco. Chi in Parlamento, chi in tv, chi semplicemente in ufficio, ma di fatto tutte veloci veloci per non perdere ritmo, affidabilità e, in alcuni casi, anche il posto. Pioniera dell’outing del parto in stile “faccio subito e torno” Maria Stella la pasionaria. La Ministra aveva dichiarato: «Non starò a casa nemmeno un giorno, mi sento in stato di grazia».
Ilaria D’Amico non ha rilasciato dichiarazioni o promesse, ma a un solo mese dall’arrivo del suo Pietro torna in tv. E rientra dall’uscita di emergenza: Exit sarà di nuovo in onda da domani sera. La prima delle otto puntate del nuovo ciclo racconterà dubbi e attese sulla linea ad alta velocità Torino-Lione che, per adesso, di alto sembra avere soltanto i costi.

Ilariona non si da per vinta: «Tengo redazione — ci tiene a puntualizzare — siamo un bel gruppo, quasi tutte donne con contratti a termine. Se non si lavora è un guaio». Eccolallà!

«Questo è un Paese per cui ti devi giustificare rispetto alla maternità. È un’ottusità politica e sociale. Mettere al mondo dei figli, in Italia, è contro il mondo del lavoro. Per fortuna La7 e Sky sono due grandi editori. Quando ho annunciato la mia gravidanza hanno pensato a come aiutarmi». Addirittura Sky, per consentirle le dirette sui Mondiali da giugno, le ha allestito una nursery in redazione. Ahi ahi ahi, chissà come si sentirà la povera Antonellina Clerici che, appena rimasta a casa col pancione, è stata prontamente defraudata dalla sua Prova del cuoco?


Se lo dice il porporato..

«Numerosi psichiatri e psicologi hanno dimostrato che non esiste relazione tra celibato e pedofilia, ma molti altri, e mi è stato confermato anche recentemente, hanno dimostrato che esiste un legame tra omosessualità e pedofilia». Non pago il prelato ha aggiunto: «Questa è la verità e là sta il problema».

Cardinal Tarcisio Bertone, Segretario Vaticano, nonchè Camerlengo di Santa Romana Chiesa, 76 anni.

Il massimo del minimo.